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Su Michele Serra e i poveri che sono violenti perché poveri

Due o tre cose, anzi quattro, che mi sono venute in mente dopo aver letto L’Amaca di Michele Serra che commenta gli episodi gravi di bullismo accaduti negli ultimi giorni in alcune scuole.

Serra dice, in sostanza, – scusate la sintesi – che chi minaccia i professori sono i ragazzi delle famiglie povere che frequentano non i licei ma le scuole professionali. E che l’educazione dipende dal ceto sociale (il testo completo lo trovate qui sotto, cliccate sopra la foto e riuscirete a leggere).

La prima: il libro Cuore. Io l’ho letto un anno intorno al 1967, ero alle scuole elementari, ero propria una bambina eppure ricordo di aver pensato che qualcosa non andava nel racconto di De Amicis.

C’era Derossi, che era ricco. E quindi primo della classe, e quindi intelligente, e quindi bello, e quindi biondo, e quindi educato, e quindi gentile.

E c’era Franti, che era povero. E quindi ignorante, e quindi brutto, e quindi sporco e quindi malvagio.

Ricordo bene di aver pensato che se fossi stata coraggiosa avrei detto alla maestra che portava a Esempio (con la E maiuscola) Derossi e indicava Franti come il “male assoluto” (oggi termine di moda per definire altri) che qualcosa in quella storia non tornava. Che quei ritratti erano ingiusti e classisti. Ma ero una bambina, intuivo ma non sapevo cosa fosse il classismo, e sono stata zitta (anche se ho sempre tifato per Franti).

Oggi, leggendo il pezzo di Serra, ho provato il sentimento di allora.

La seconda: ci sono regole che un giornalista dovrebbe rispettare. Per esempio, prima di scrivere, dovrebbe controllare e verificare dati e fonti, per essere certo di non fare errori. Michele Serra sostiene che “non è nei licei classici o scientifici ma negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore”. Ecco, basta controllare i dati Istat per scoprire che atti di violenza o bullismo riguardano più i liceali (19,4 per cento) che gli studenti delle scuole professionali (18,1 per cento) e degli istituti tecnici (16 per cento). Amen!

La terza: c’è chi dice che la reazione sdegnata nei confronti del pezzo di Serra nasca dal non averne capito il senso. Non credo ma non lo escludo. Perché più rileggo quel pezzo e più perdo il filo: è decisamente scritto male. E si conclude citando i riformatori, che sarebbero pieni di poveri. Peccato che i riformatori siano stati chiusi nel 1988.

La quarta: ho conosciuto persone arroganti al limite della violenza provenienti da famiglie ricche e gente meravigliosa, sensibile e solidale di origini molto umili. E viceversa. Forse, prima di spararle grosse, bisognerebbe pensarci (e pensarci e pensarci…).

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