Luisa Minazzi

Storia di Luisa, di un premio che la ricorda e di una città che ha rialzato la testa

Il premio “Luisa Minazzi-Ambientalista dell’anno” – promosso da Legambiente e del mensile “La Nuova Ecologia” insieme al Comitato organizzatore di cui fanno parte diverse associazioni di Casale Monferrato, all’Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese e alla Città di Casale Monferrato, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e il sostegno di AFeVa, Avis Casale Monferrato, Equazione –  ha  l’obiettivo di portare in evidenza, nel ricordo di Luisa, le storie di quanti s’impegnano nella società civile, nel mondo dell’impresa e nella pubblica amministrazione a favore dell’ambiente, del prossimo e della legalità.

Il premio intitolato a Luisa è importante, le ragioni ve le spiego sotto. Oggi io sono qui a chiedervi di unirvi a noi di Casale Monferrato, e di partecipare, votando, a questa edizione. I vincitori saranno resi noti il 24 novembre 2023 a Casale Monferrato, durante la cerimonia che si terrà alle 17 nella sala consiliare del Municipio nell’ambito del Festival della virtù civica.

I candidati di quest’anno sono: l’Associazione sentieri alta Val Malon (Asavm), nata da volontari impegnati nel recupero di sentieri e mulattiere che collegavano le frazioni e le case sparse dei piccoli Comuni di Corio e Rocca Canavese. Con i suoi 800 soci sostenitori e i 60 volontari è un esempio per i territori montani di attivismo di qualità ambientale e culturale. Mariasole Bianco, scienziata marina e divulgatrice naturalistica, è co-fondatrice e presidente di Worldrise, associazione no-profit che agisce facilitando il cambiamento necessario a costruire un futuro migliore per il nostro Pianeta Blu. È autrice e conduttrice di documentari per Rai3, ha scritto il libro Pianeta Oceano ed è la fiera protagonista del cartone animato Acquateam – Missione Mare. La cooperativa agricola Girolomoni nasce nelle Marche dal progetto di Gino Girolomoni, incentrato sulla produzione e trasformazione del grano in pasta, in un unico luogo e con una produzione 100% biologica. Dalla produzione di grani italiani e pasta integrale, è stata capace di innescare la rinascita di un intero territorio. La cooperativa si batte per mitigare le conseguenze della crisi climatica, promuovendo tecniche di agricoltura conservativa e rigenerativa e cercando di aumentare la biodiversità. Nel 2023 è entrata a far parte dell’organizzazione World Fair Trade Organization (WFTO). Nicola Lamberti, pavese di origine ma “cittadino del mondo in viaggio verso un futuro sostenibile”, come gli piace definirsi, vince da sindaco di Borgarello la battaglia contro l’insediamento di un centro commerciale che avrebbe cementificato 26 ettari di territorio. Da imprenditore porta al successo diverse aziende, tra le quali trovaprezzi.it, citata tra le realtà più sostenibili e innovative in Italia. Fonda inoltre planeat.eco, piattaforma che offre un food delivery in grado di non sprecare cibo. Antonio Lancellotta è il co-fondatore di Le Greenhouse, consorzio specializzato nella produzione agrumicola in ambiente agrivoltaico in Calabria e in Sardegna. Una tecnologia che unisce la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica all’agricoltura che innova la tradizione della coltivazione del cedro sacro e che, tra gli altri vantaggi, genera energia dal sole, che viene poi immessa in rete per soddisfare il fabbisogno di circa 16.000 famiglie italiane contribuendo all’abbattimento di 20.000 tonnellate di Co2. Recentemente ha contribuito alla nascita dell’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile, presieduta da Enea. Paola Michelozzi, epidemiologa ambientale, è impegnata nella ricerca per ridurre i rischi per la salute e combattere il cambiamento climatico. Lavora al dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario Regionale del Lazio, dove dirige l’Unità di epidemiologia ambientale, occupazionale e registro tumori. È stata presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia e fa parte dell’International society of environmental epidemiology. Coordina il progetto nazionale Co-benefici di salute ed equità a supporto dei piani di risposta ai cambiamenti climatici in Italia e il Piano nazionale prevenzione ondate di calore del Ministero della Salute. Maria Cristina Ribera è procuratore aggiunto presso il Tribunale di Nola (Napoli). Nominata magistrato nel 1991, si è impegnata nel settore della sicurezza sul lavoro e poi nel contrasto all’abusivismo edilizio. Ha affrontato indagini per il delitto di traffico organizzato di rifiuti, disastro ambientale, inquinamento ambientale riuscendo, con le condanne dei responsabili, a dimostrare processualmente la cosiddetta “ecomafia”. Dal 2008 al 2018 è stata assegnata alla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli e si è specializzata nel contrasto alla’“economia camorristica”. Mao Valpiana, giornalista e saggista, direttore della rivista Azione nonviolenta, è una delle figure più autorevoli della nonviolenza in Italia. È presidente del Movimento Nonviolento e membro dell’esecutivo della Rete Pace e Disarmo. Ha partecipato a campagne e iniziative per combattere la guerra e promuovere la cultura della pace. Il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e la fondazione della Lega obiettori di coscienza portano il suo segno. Attualmente si occupa del sostegno agli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini e di portare aiuti alle popolazioni coinvolte nel conflitto con le carovane di Stop The War Now. Seguendo le orme di Alexander Langer promuove la transizione ecologica, che considera la vera diplomazia che prepara la pace.

Trovate le loro storie e le biografie dettagliate cliccando qui.

Il voto – entro la mezzanotte di domenica 19 novembre 2023 – si può esprimere:

  1. Cliccando sul modulo on-line

2. Compilando la scheda cartacea inserita ne La Nuova ecologia di ottobre e di novembre da rispedire compilata alla sede del Premio (fa fede il timbro postale d’invio oppure il ricevimento dell’email con il file scansionato all’indirizzo segreteria@premioluisaminazzi.it)

3. Attraverso le urne collocate in diversi luoghi pubblici del territorio di Casale Monferrato e delle altre località nel Parco del Po.

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(ottobre 2014)

Oggi vi racconto una storia che ha tre protagonisti: una città, una donna coraggiosa, un premio importante.

La città è quella dove sono nata. Si chiama Casale Monferrato e sta combattendo da anni per avere giustizia dello scempio subìto a causa dell’amianto che ha fatto migliaia di morti e altri ne farà ancora per tanti anni.
È una città che sta ancora aspettando la condanna del proprietario dell’Eternit, che l’amianto faceva lavorare incurante della sua pericolosità per la salute. Attende anche il risarcimento dei danni, sempre che sia in qualche modo possibile risarcire la morte di un genitore, di un marito, di una moglie, di un figlio, di un parente o di un amico: tutte le famiglie tutte hanno qualcuno a cui il mesotelioma non ha lasciato scampo.
Oggi questa città, fermo restando l’impegno a testimoniare un passato che andrà ricordato come una guerra non ancora vinta, ha però deciso di alzare la testa e guardare avanti, perché finalmente si parli di lei anche per l’impegno e la coscienza ambientalista, per le sue colline e il suo essere capitale di quel Monferrato che è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

La donna coraggiosa si chiamava Luisa Minazzi. Direttrice didattica, era figlia di un operaio dell’Eternit di Casale Monferrato, e negli anni Novanta era stata assessore all’ecologia.
Da sempre in prima linea nella battaglia contro l’amianto, Luisa si è ammalata di mesotelioma quando aveva poco più di 50 anni. E ha deciso che fosse giusto dirlo a tutti, perché tutti potessero combattere insieme la sua stessa battaglia. «Quello che stiamo vivendo a Casale» diceva «è una guerra. Volano le bombe e non si sa chi possano colpire. Ecco, io ho deciso di non stare a guardare le bombe che arrivano addosso senza cercare di pararle».
Luisa ha raccontato la sua storia e la storia della sua città sui giornali e in tv. «Il mesotelioma è un male che sta nell’anima dei casalesi. Io, invece, voglio che prevalga la speranza, perché tutti si reagisca e si pretenda di più dalla ricerca per una cura risolutiva».
È morta nel 2010 a 58 anni senza poter vedere la prima sentenza di condanna contro i responsabili dell’Eternit.

Il premio importante è quello dedicato al ricordo di Luisa. Si intitola “Luisa Minazzi – ambientalista dell’anno”, è promosso da Legambiente e dal mensile La Nuova Ecologia, insieme a un comitato organizzatore di cui fanno parte diverse associazioni di Casale Monferrato. Il suo obiettivo è far conoscere le storie di quanti si impegnano ogni giorno a favore dell’ambiente, del prossimo e della legalità, proprio come faceva Luisa.

Il vincitore lo designeremo tutti insieme.

Quello che vi chiedo alla fine della mia storia è di votare il candidato che preferite, ma anche di fare un po’ di pubblicità a questo premio. Postando il link sulle vostre bacheche, parlandone agli amici, mandando una mail a chi conoscete… È un premio importante. Ed è importantissimo per noi di Casale, che abbiamo deciso di rialzare la testa senza dimenticare la nostra storia e le persone coraggiose che l’hanno fatta, come Luisa Minazzi.

 

Un commento su “Storia di Luisa, di un premio che la ricorda e di una città che ha rialzato la testa”

  1. Brava Monica post significativo e memorabile . Bravi anche tutti i candidati che hanno già vinto per il solo fatto di partecipare a bella cosa . Nel mio piccolo faccio girare il post tra amici ecc A presto

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