L’assedio di Aleppo e le lacrime del reporter

«Qui i neonati non hanno da mangiare».

Guardo il filmato che mostra il giornalista siriano Milad Fadel raccontare in diretta tv per Al Jazeera quello che sta accadendo al suo popolo. «Qui ad Aleppo i bambini muoiono di fame» dice Milad.

Poi si mette a piangere.

Aleppo est è assediata dalle forze governative di Bashar al-Assad. Gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere la popolazione. Manca il cibo e manca anche l’acqua.

Poco più di una settimana fa, sette ospedali da campo e una banca del sangue sono stati colpiti dai bombardamenti dei caccia russi e da quelli dell’aviazione di Bashar al Assad. E altri erano stati distrutti nei mesi precedenti.

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Milad Fadel cerca di spiegare. Ma prima ricorda una regola di un giornalismo che quasi non esiste più. «Bisogna riportare ciò che accade in Siria con oggettività, con oggettività» ripete soprattutto a se stesso.

E: «Siamo stati imparziali per cinque anni, ma adesso siamo al fianco dei bambini che non hanno il latte e di quelle 300 mila persone intrappolate a causa dell’assedio. Non si può che stare dalla parte di queste 300 mila persone che cercano semplici medicine e che tentano di ottenere corridoi umanitari. Non possiamo fare altro che sperare di non rivedere ciò che abbiamo visto a Madaya e a Ghouta: bambini affamati che muoiono di fame».

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Questa è Aleppo.

Piange Milad e dallo studio lo ringraziano e interrompono il collegamento.

Non credo che ci sia molto da aggiungere.

Se non che c’è ancora un giornalismo che sa spiegare una guerra facendoti sentire partecipe. Che riesce a farti capire cos’è un dolore tanto grande da essere altrimenti incomprensibile. Che ti racconta che ci sono bambini che muoiono di fame, e te lo racconta piangendo.

***

Sabato 6 agosto Milad Fadel era in collegamento quando un missile lo ha sfiorato e gli è esploso alle spalle. Il giornalista è rimasto ferito in modo non grave. Milad Fadel stava raccontando, come ogni giorno, la guerra nella quale i bambini muoiono di fame. Il filmato lo trovate qui

 

*leggi anche Come si racconta una guerra

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