Sama ha riabbracciato il suo gattino migrante

E così, alla fine, ce l’hanno fatta. Sama e il suo gattino si sono riabbracciati in Germania, dove ora la ragazza sudanese vive insieme alla famiglia.

Sì, oggi ho una bella notizia da darvi. Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, grande donna per tutto quello che fa in un’isola che vive da sempre l’emergenza migranti, mi ha mandato un tweet. Che racconta il lieto fine di una storia che ha commosso tanti. Una storia che può sembrare piccola ma che ha un significato importante.

Ricordate Lola, la prima gattina migrante? Ecco, ci sono due grandi novità.

Timo (all'epoca Lola) all'arrivo a Lampedusa.
Timo (all’epoca Lola) all’arrivo a Lampedusa.

La prima è che la gattina in realtà è un gattino (beh, data l’emergenza, la confusione e tutto il resto, un errore può capitare…) ribattezzato Timo.

La seconda è che finalmente Timo è tornato dalla sua Sama, la ragazza poco più che ventenne che lo ha portato con sé in un viaggio lunghissimo e pericoloso dal Sudan fino a Lampedusa.

Timo, primo gattino migrante, è davvero un gran gatto.

Dal Sudan, insieme a Sama, ha raggiunto la Libia, poi su un barcone ha affrontato il mare ed è arrivato a Lampedusa. Dove per ragioni sanitarie non avrebbe potuto sbarcare. Lo ha salvato l’intervento del sindaco Nicolini e di alcune volontarie dell’isola, ma è stato spedito in una quarantena molto severa (prevista dalla legge) che lo ha separato per mesi dalla sua padroncina (la storia la trovate qui e qui).

In Germania, dalle parti di Berlino, dove Sama e la sua famiglia hanno ottenuto accoglienza e anche un sussidio che ha permesso alla ragazza di riprendere la scuola, Timo è arrivato accompagnato da Eletta Cirillo, la volontaria che lo ha seguito durante la quarantena.

La partenza per Berlino.
La partenza per Berlino.
In Germania, sotto la neve.
La prima notte in albergo.
La prima notte in albergo.

«L’incontro con Sama e i suoi familiari è stato molto commovente» ha detto Eletta all’agenzia di stampa GeaPress. «Sama ha subito stretto a sé il gattino. Hanno pianto tutti. Eravamo molto felici. Timo, da parte sua, ha iniziato a fare le fusa, sembrava proprio contento».

Finalmente da Sama.
Finalmente da Sama.

E’ felice anche Giusi Nicolini. «Per Sama quel gatto rappresenta la vita che ha lasciato, la sua terra, i suoi affetti» ha detto il sindaco di Lampedusa a GeaPress. «Timo è tutto quello che lei è riuscita a portare con sé nel nuovo mondo. Averglielo riconsegnato è un gesto di grande valore simbolico, in un momento di estremo rifiuto verso chi chiede aiuto all’Europa».

E poi: «Lampedusa, riconoscendo un valore al rapporto tra Sama e Timo, vuole ancora una volta testimoniare umanità e civiltà e riconoscere a queste persone in fuga dignità umana. Timo, per me, è nello stesso tempo un gatto e molto più di un gatto. Spargiamo semi di umanità e civiltà e lo abbiamo fatto tutti insieme qui: le forze che si occupano dei soccorsi, che mi hanno segnalato quella sera al molo la storia di Sama, i volontari, il Comune, l’Asp che si è occupata della vaccinazione di Timo a fine quarantena e soprattutto Eletta, che ha badato a Timo senza paura e che adesso sta perfino soffrendo per la separazione. Ecco Lampedusa è tutto questo e io sono fiera di rappresentarla».

Il saluto di Eletta, che si è occupata del gattino durante la quarantena e lo ha portato a Sama in Germania.

 

 

Grazie a Eletta Cirillo che mi ha permesso di pubblicare le sue foto in questa pagina. E all’agenzia GeaPress, da cui ho ripreso le dichiarazioni di Eletta e del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.

 

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