Per le siriane libertà è anche un abito colorato

In questo mondo iperconnesso siamo spettatori di tutto quello che accade in qualunque parte del pianeta. Così succede di dover chiudere gli occhi davanti ai video postati dall’Is che ci fanno testimoni di scene atroci come le decapitazioni, i prigionieri chiusi in gabbia e dati alle fiamme, gli uomini costretti a scavarsi la fossa, i corpi delle donne e dei bambini ammazzati, i ragazzini che giustiziano “il nemico” , quelli costretti a giocare sotto terra per ripararsi dai bombardamenti.

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Emma Bonino e il coraggio della paura

Non sono mai stata radicale, proprio mai, anche se ho apprezzato, dei radicali, tante importanti battaglie civili.

Non l’ho mai votata, proprio mai, e a volte ho avuto delle perplessità per quell’oscillare del suo partito a destra e a sinistra che io non ho mai capito.

Però per me è sempre stata un gran riferimento.

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Idioti violenti hanno devastato Milano

Quanta idiota violenza ho visto oggi a Milano. Una violenza stupida, che nulla ha a che fare con la richiesta di giustizia sociale che veniva da chi manifestava.

Mi sono istintivamente simpatici tutti quelli che si dicono “contro”. Contro i potenti, contro quelli che contano, contro i più forti, contro quelli che possono sempre. Perché bisogna avere coraggio a dire no quando gli altri in coro dicono sì.

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Morandi per sempre

«A proposito di migranti ed emigranti, non dobbiamo mai dimenticare che migliaia e migliaia di italiani, nel secolo scorso, sono partiti dalla loro Patria verso l’America, la Germania, l’Australia, il Canada… con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo, con le umiliazioni, le angherie, i soprusi e le violenze, che hanno dovuto sopportare! Non è passato poi così tanto tempo…».

Insieme a queste parole due foto, quella di una nave di emigranti italiani diretti in America e quella di un barcone di migranti in arrivo sulle coste siciliane.

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Quel giorno che ho incontrato Fidel

«Hola niña!». E poi una mano sulla spalla. Era il 1991, ero a L’Avana, nella hall di un albergo un po’ cadente. Fuori tirava giù una pioggia violentissima. Mi sono girata ed era Fidel.

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Mi dicono che c’è una gran corsa a prenotare una vacanza a Cuba quest’anno (+ 20% di turismo previsto nell’estate 2015). «Bisogna andarci prima che tutto cambi» conferma Nanni, un mio amico giornalista, che è appena tornato da L’Avana. «Bisogna andarci subito, perché già si respira un’aria diversa dal passato».

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