Perché ho firmato contro la caccia al lupo

Metto subito le mani avanti. Ho sempre tifato per il lupo di Cappuccetto Rosso, anche se già all’inizio della favola è chiara la fine pessima a cui è destinato. Mentre ho sempre pensato che Cappuccetto Rosso fosse un po’ scema; sua nonna, che la confonde con il lupo, parecchio stordita; il cacciatore che uccide il lupo e gli apre la pancia un essere crudele.

E’ per questo, e anche per tante altre ragioni, che sono d’accordo con le associazioni ambientaliste e animaliste che in questi giorni sono in agitazione per quanto sta per accadere: dopo 46 anni di protezione assoluta, in Italia potrebbe riaprirsi la caccia al lupo.

Il 2 febbraio, infatti, i Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome saranno chiamati ad approvare quello che paradossalmente viene chiamato piano di conservazione del lupo ma che, in nome della ricerca di un “equilibrio” tra la specie selvatica e l’attività umana, autorizza invece a sparargli contro.
«I lupi sono diventati troppi, aggrediscono il bestiame, generano un danno economico e possono rappresentare un pericolo. Se non interveniamo con gli abbattimenti selettivi gli allevatori si faranno giustizia da soli. Gli abbattimenti selettivi sono quindi a tutela dei lupi stessi» ha spiegato il ministro dell’ambiente Galletti.

Ma Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc non ci stanno. Per queste ragioni:
1. Non esistono dati precisi e attendibili sulla popolazione di lupi in Italia
2. Lo stato di conservazione del lupo potrebbe essere pericolosamente compromesso
3. Non sono possibili abbattimenti realmente selettivi e gli effetti sono sempre imprevedibili
4. Il piano non diminuirebbe i comportamenti predatori dei lupi ma potrebbe aggravarli, come in altri Paesi
5. Non avrebbe effetti positivi sulle tensioni sociali e, anzi, potrebbe comportare una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di “giustizia” privata
6. Da 46 anni i lupi sono specie particolarmente protetta

Il settimo punto lo aggiungo io:

non c’è problema che si risolva a fucilate.

La Lav ha lanciato un appello a tutti i presidenti delle Regioni affinché si schierino – come ha fatto il Lazio – e facciano propria la dichiarazione “Viva il lupo” diffusa via twitter dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, votando contro l’uccisione dei lupi. E ha chiesto al presidente del consiglio Paolo Gentiloni di “tornare ecologista” (ha diretto in passato La nuovo ecologia).

gentiloni lupi

Anche i  giovani ambientalisti e i ricercatori che fanno parte della community WWF YOUng si sono rivolti al premier: «Studi internazionali dimostrano che l’uccisione di singoli esemplari destruttura i branchi d’origine e può spingere gli altri lupi ad aumentare le predazioni sugli animali domestici. L’unica strada è aiutare gli allevatori e rendere i metodi di allevamento compatibili con la presenza spontanea del lupo».

wwfyoung
Il gruppo di ambientalisti e ricercatori di WwfYoung.

«Ci sono metodi ampiamente sperimentati ed efficaci per la coesistenza tra uomo e lupo che escludono l’uccisione» aggiunge Stefano Spinetti, presidente nazionale delle  guide ambientali  escursionistiche italiane AIGAE. «Metodi accessibili anche grazie ai fondi messi a disposizione dalla CEE per l’agricoltura: la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardia  di razza pastore abruzzese-maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate. Nella stragrande maggioranza la combinazione di questi strumenti può ridurre notevolmente il rischio».

L’Enpa ha promosso una mailbombing attraverso i propri canali Facebook  e Twitter  a cui può aderire ognuno di noi. «E’ inaccettabile che il ministro dell’ambiente, che dovrebbe tutelare e proteggere i lupi, ne voglia consentire l’abbattimento» dice l’associazione che invita tutti a scrivere al ministero dell’ambiente e a Coldiretti (gli indirizzi li trovate qui).

Non c’è problema che si risolva a fucilate

io ne sono convinta. Per questo ho deciso di scrivere. Fatelo anche voi.

***

2 febbraio 2017

La decisione sulla riapertura della caccia ai lupi è stata rinviata.

All’appello dell’Enpa e delle altre associazioni ambientaliste e animaliste hanno aderito 500.000 persone, mentre la petizione su change.org promossa dai Verdi ha raccolto 170.000  firme. Il 2 febbraio, su richiesta del presidente Stefano Bonaccini, la Conferenza Stato-Regioni, che riunisce il ministero dell’ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali, ha ottenuto dal ministro dell’Ambiente Galletti il rinvio del provvedimento di abbattimento dei lupi, allo scopo di studiare possibili alternative.

5 commenti su “Perché ho firmato contro la caccia al lupo”

  1. Amo i lupi e tutti gli animali di questo pianeta e il loro sterminio anche non totale lo trovo orrendo e m’ indigna

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