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Andrea, il clochard che leggeva libri sotto la tettoia del cinema Maestoso

Qui nel quartiere lo chiamavamo Andrea, ma non sappiamo se fosse il suo nome vero. Probabilmente no. Da un anno, o anche di più, aveva “messo su” casa sotto il portone dell’ex cinema Maestoso di piazza Lodi a Milano.

Una bella tettoia ripara due metri quadrati di marciapiede, e lui aveva sistemato lì tutte le sue cose.

Un materassino e un sacco a pelo per dormire. Una busta di plastica con degli indumenti. Altri sacchetti pieni. Lattine, bottiglie di the. E anche due ombrelli che, aperti e appoggiati per terra, gli regalavano un po’ di privacy quando dormiva.

Andrea era un ragazzo. Giovane, almeno così sembrava, anche simpatico quando voleva.

A me aveva colpito perché tante volte, passandogli accanto, lo avevo notato seduto sul marciapiede – la schiena dritta – intento a leggere libri.

O accidenti, avevo pensato, vive per strada ma legge libri e avevo cercato in tutti i modi di spiare i titoli, senza mai riuscirci.

Ma mi piaceva l’idea e gli sorridevo quando gli davo una moneta e lui alzava gli occhi dalle pagine. Ogni tanto ha ricambiato il sorriso.

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L’ex cinema Maestoso in piazza Lodi a Milano

La casa di Andrea sotto il portone dell’ex cinema di piazza Lodi aveva una sua grazia. Un ordine, se vogliamo. Quando il ragazzo si allontanava (per lavorare, cercare da mangiare, chiedere l’elemosina noi non lo sappiamo) lasciava un biglietto scritto grosso, dove chiedeva gentilmente di non rubare le sue cose.

La paura dei furti. Spiegava così a chi di noi del quartiere era riuscito a strappargli qualche confidenza – prima tra tutti la coppia di coniugi della panetteria di fronte che ogni mattina gli offriva la colazione –  il suo rifiuto ad accettare un posto in un ricovero o in un dormitorio. Pare che abbia raccontato anche di botte prese.

Lo scorso anno, durante l’emergenza gelo, il Comune di Milano aveva attivato un numero di telefono a cui segnalare i senza tetto. Avevo chiamato per avvisare del ragazzo che viveva sotto il cinema. Mi aveva risposto una signora simpatica: «Lo sappiamo! Avete già telefonato in 15 per lui!».

Oggi Andrea, ma non sono sicura che questo fosse il suo nome, è stato trovato morto nella sua casa, sotto la tettoia del Maestoso. L’ho saputo dalla panettiera che è iscritta come me al gruppo Facebook “Sei di Porta Romana se…”. «Il corpo è ancora lì, sorvegliato dai carabinieri» ha scritto Elena. «Noi in zona lo abbiamo aiutato donandogli cibo, coperte, medicine però purtroppo… Lo chiamavamo Andrea. Chiedo una cortesia, pregate per lui».

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Noi lo chiamavamo Andrea, e chissà come si chiamava davvero. I carabinieri che sono intervenuti dicono che dovrebbe essere morto per cause naturali ma anche loro, finora, non sanno che nome dargli. Perché  c’erano libri sì, ma non documenti in quella casa sotto il portone del cinema Maestoso.

 

 

6 commenti su “Andrea, il clochard che leggeva libri sotto la tettoia del cinema Maestoso”

    1. Era mio fratello. Si chiamava Eros e non era un clochard, era uno spirito libero. Sarai sempre nel mio cuore fratello.

  1. Eros, mio fratello, fratello di Luigi era un ragazzo pieno di passioni. E ogni tanto mi chiedeva o mi dava un libro che aveva già letto. È sempre stato generoso e pieno di interessi. EROS, non era un clochard ma uno spirito libero. Quasi tutti i giorni passo da li adesso. Manca a tutti EROS . E vivrà per sempre

  2. Io sono la mamma di Eros, lui non era un clochard. Voleva essere solo un persona libera e non voleva assolutamente far parte di questo sistema! Se è giusto o sbagliato solo lui lo sapeva, ma è stato coerente fino alla fine dei suoi giorni.Riposa in pace Eros tu sei dentro me e ci resterai per sempre! Grazie alla panettiera e grazie all’autore dell’articolo

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